Vento. Una brezza leggera che arriva dal Clyde. Sensazione
di tempo sospeso. Una bolla verde caduta nell’oblio. Esiste un modo di vedersi
e ci sono ambienti in cui vedersi. C’era un’epoca meno esasperata, più sobria.
C’era la giovinezza ma poi la vita ti scorre addosso come in una roccia troppo
tenera lasciandoti scavato e ruvido, oggetto obsoleto e quasi inservibile,
simile al Cathkin Park di Glasgow.
Un posto diventato strano e attraente. Una volta era il migliore stadio di calcio al mondo. Oggi sembra solo un grande anfiteatro verde costeggiato da alberi, foglie morte, muschio e anche una lapide scolorita in cui il marmo è diventato opaco, le lettere indefinite. C’è riportata una frase di Ippocrate. Una locuzione latina: "La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione fuggevole, l'esperimento pericoloso, il giudizio difficile". Può apparire fuori luogo e invece, a ripensarci bene, no. E’ lì, scolpita sui vecchi gradoni che combattono ogni giorno contro l'insolenza dei ciuffi d’erba. Eppure questo spazio resta un rifugio dell’anima, e, come tale, è in grado di incantare, perché non importa dove tu sia adesso ma se stai guardando una partita di calcio stai guardando qualcosa che è venuta fuori da questo posto.
1967. La Scozia sportiva non può dimenticare: il Celtic è campione d’Europa, i Rangers cedono solo ai supplementari al Bayern Monaco nella finale della Coppa delle Coppe a Norimberga, la nazionale batte l’Inghilterra a Wembley, nell’ippica, Foinavon, cavallo di scuderia battente bandiera di Sant’Andrea, trionfa in maniera epica ad Aintree nel Grand National per la gioia della sua proprietaria, la duchessa Anna di Westminster e infine i Beatles incidono il loro capolavoro nonché ottavo album: Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. In mezzo a tutto questo s’insinua un rumore sordo, metallico, un cancello si chiude lasciando dentro la storia e fuori tifosi abbandonati. E’ il 30 di giugno, due mesi prima un ragazzino di nome Drew Busby aveva segnato, senza saperlo, l’ultimo goal nella storia del Third Lanark a Dumbarton, in una serata fosca non solo per il punteggio che vide i rossi di Glasgow uscire sconfitti pesantemente per 5-1.
La sentenza apparve inappellabile. Il Third Lanark Athletic
Club fu dichiarato in bancarotta, liquidato, a seguito di un investigazione
svolta dalla camera di commercio cittadina. Ci furono accuse di corruzione, di
violazione delle regole. L'indagine del Board of Trade colpì il presidente Bill
Hiddleston e alcuni membri del consiglio d’amministrazione. La giuria, fra le
altre cose, stabilì che la dirigenza stava trattando la messa in vendita dello
stadio per poter trarre profitto da un ventilato sviluppo immobiliare della
zona. La linea difensiva parlò di debiti da ripianare ma in ogni caso il
Glasgow City Council bloccò la pianificazione edilizia, (mai discussa
ufficialmente nelle sedi preposte) e la situazione al Third Lanark a quel punto
divenne paradossale: l'acqua calda non era disponibile dopo le partite, i
giocatori o non erano pagati, oppure riscuotevano i loro emolumenti in moneta
anziché in banconote. L’ultimo manager di successo George Young si era dimesso
per protesta nel 1965, Dave Hilley fu venduto al Newcastle, mentre Alex Harley
e Matt Gray finirono al Manchester City. In effetti i debiti esistevano
veramente e il club fallì. Qualche tifoso iniziò a seguire il Pollock ma la
maggior parte dei circa 10000 che si recavano settimanalmente alle partite
rimase tristemente a casa. Il Third Lanark per tanti anni era stato punto di
riferimento non settario per tutti coloro che non volevano mischiarsi nelle
diatribe religiose e politiche dell’Old Firm.
In principio erano i fucilieri. L’attrazione fatale scoccò
durante il celebre incontro Scozia- Inghilterra all’Hamilton Crescent nel 1872.
La nazionale scozzese scese in campo con l’undici titolare composto interamente
da giocatori del Queen’s Park. Alla partita erano presenti diversi
rappresentanti del Third Regiment of the Lanarkshire Rifle Volunteers. Il colpo
di fulmine fu immediato, anzi verrebbe da dire colpo di fucile. La fureria del
reggimento stanziata in East Howard Street a Glasgow diventò la sede
improvvisata di una riunione in cui si decise di dedicare parte del tempo
libero al calcio. A presiedere l’insolita adunata, il Tenente Colonnello Ewing
e il sergente Wilson assieme ad altri venticinque membri.
All’unanimità venne stabilito che il gruppo si sarebbe
chiamato Third Lanarkshire Rifle Volunteers con gli unici insindacabili decreti
di indossare una divisa di colore scarlatto e pantaloni alla moda zuava stretti
sul ginocchio da calzettoni blu. E incominciarono a calpestare i campi da
calcio vincendo la coppa nazionale nel 1889. Una coppa particolare.
Si, perché il giorno della finale su Glasgow nevicava. Una
coltre bianca aveva ammantato tutto e reso impraticabile il rettangolo di gioco
dove avrebbero dovuto sfidarsi Third Lanark e Celtic. L’arbitro si dimostrò
irremovibile e si giocò lo stesso in barba alle più caute opinioni generali.
Quelli in maglia rossa s’imporranno 3-0. "Non è giusto", replicò il
Celtic - "il risultato non deve essere archiviato, presenteremo ricorso
perché le condizioni del campo non erano minimamente accettabili". Rabbia
da sconfitta o meno, la Federazione si vide costretta a una rapida presa di
posizione che determinò l’annullamento della partita con conseguente
ripetizione. Evidentemente il Third Lanarkshire non aveva intenzione di mollare
il trofeo e vincerà ancora, questa volta con un più ristretto 2-1.
Quando si tornerà a giocare su un prato finalmente sgombro
di neve, vuoi per l’entusiasmo, vuoi per la rozza tecnica di base, una palla
calciata in alto pareva non volesse tornare a terra. Un abbaglio? o quel
rilancio di un maldestro difensore aveva vinto la forza di gravità? Resta il
fatto, accertato dai giornali dell’epoca, che il pubblico incominciò a urlare
"Hi Hi Hi!" ossia, più o meno tradotto, "in alto, in alto, in alto". Da quel giorno l’infantile
coro diventò il motto della squadra e l’effige di un pub in Crown Street. Oh,
sia chiaro, quel pallone ricadde sul campo..
Il 1903 rappresenterà la svolta. L’incremento della
professionalità fece ritrarre il reggimento dalla gestione del club che muterà
la denominazione in Third Lanark Atlethic. La svolta porterà subito bene. La
squadra vincerà per la prima volta il campionato e l’anno successivo si
trasferì a Cathkin Park lasciato libero dal Queen’s Park che nel frattempo si
era sistemato nel vicino Hampden.
Sono gli anni del capitano Tod Sloan, del portiere Jimmy
Brownlie e di Frank Heaven.
Nel 1905 arrivò un'altra Scottish Cup.
Dopo la seconda guerra mondiale gli "Hi Hi"
giocheranno in Prima Divisione fino a quando incapparono nella retrocessione
del 1954. Grazie alle capacità di calciatori del calibro di John Jocky
Robertson, Dave Hilley e Joe McInness il club riguadagnò la massima serie nel
1958 corredata tre anni più tardi da un brillante terzo posto. Nel 1966 iniziò
l’agonia: il “Third” retrocesse disputando la stagione più disastrosa della sua
parabola sportiva ottenendo tre vittorie su trentaquattro partite. Seguirono
altre annate mediocri finché non si arrivò all’ addio, all’ultima partita
giocata in casa contro il Queen of the South, il 25 aprile 1967, conclusa con
un pareggio per 3-3.
Nessuno provò a salvare il “Third”. E a guardare le carte il
club sarebbe potuto essere salvato visto che il debito accumulato (40000
sterline) non era cifra così ingente. Purtroppo, se si escludono alcuni tifosi,
nessuno prese veramente a cuore il fallimento di questa società. Living on
words alone? No, oggi un gruppo di appassionati, a oltre 50 anni di distanza,
ha ispirato una nuova squadra che orgogliosamente si fregia del nome Third
Lanark e che, soprattutto, sta provando a recuperare Cathkin Park.