lunedì 1 dicembre 2025

L'AVELLINO DELLA SCOSSA

 


"E mai chinammo il capo ai colpi della sorte, rincorrendo la vita superammo la notte"

Avellino, 23 novembre 1980.

Ottava giornata di andata. Al Partenio l'Avellino incontra l'Ascoli, diretta rivale nel tentativo di evitare la B. I lupi vincono 4-2, doppietta di Ugolotti e goal di Juary, con annesso balletto intorno alla bandierina. Quella sera stessa, il capitano, Salvatore Di Somma, vagava per le strade tra le abitazioni colpite dalla violenza del terremoto in mezzo alle urla e alle sirene. In Piazza Libertà, qualcuno lo riconobbe: "Salvatore, un disastro... eppure avevamo anche vinto". Si dice il calcio rappresenti storie di persone e comunità ed allora ci sono eventi intrecciati diventati chiave di lettura sociale come la salvezza dell'Avellino nella stagione 1980-81, la squadra dall'inconfondibile maglietta verde allenata da Luis Vinicio, detto "o lione". In porta Stefano Tacconi, in campo Di Somma, Beniamino Vignola, il funambolico Juary e un giovanissimo Andrea Carnevale. L'Avellino (partito con cinque punti di penalizzazione avuti in eredità del Totonero) dopo quel 23 novembre giocò alcune partite casalinghe al San Paolo, mentre il Partenio veniva usato come campo per sfollati. Fu in quei giorni che la squadra diventerà simbolo di rinascita, di riscossa, non solo di Avellino ma dell'intera Irpinia martoriata dal dolore. Con immutata passione i tifosi seguirono le gesta di quei ragazzi. L'impresa riuscì all'ultima giornata, grazie a un meraviglioso goal di Massimo Venturini all'Olimpico dove l'Avellino colse un 1-1 contro la Roma. Sarà il punto decisivo per evitare la retrocessione e il punto intorno al quale le macerie saranno raccolte, lasciando il posto alla speranza.

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