giovedì 24 dicembre 2020

I GIARDINIERI INGLESI



Il giardino del Barone Nathaniel Anselm Von Rothschild, si presentava ordinato e puntellato da una straordinaria esuberanza di colori in quel tiepido pomeriggio di agosto del 1894 quando i campanari di Vienna scandirono all’unisono le tre del pomeriggio. C’era il bianco delle camelie, il rossastro delle abelie, il verde del viburno, il ciclamino di Persia, e, soprattutto, le primule a foglie larghe e carnose con i fiori piccoli e graziosi di colore rosa violaceo, sorretti da steli robusti, le preferite dal Barone. Il capo giardiniere Franz Joli stava risistemando gli attrezzi nel buio del ripostiglio quando udì all’esterno degli strani rimbalzi sul prato tagliato di fresco. Una palla! Mein Gott! Quei due ragazzi inglesi assunti nei mesi precedenti stavano colpendo con i piedi e con la testa una sfera realizzata con vesciche di maiale. Si trattava di quel gioco, il football, o Fußball come si diceva da quelle parti. E chi l’avrebbe mai detto fosse così divertente, e poi quei due, William Beale e James Black sembravano anche piuttosto bravi oltre a conoscere le regole. Detto fatto. Un paio di pali a debita distanza, l’autista del Barone in porta con tanto di berretto d'ordinanza, e i sei giardinieri scatenati in un tre contro tre senza soluzione di continutà tanto che il clamore delle grida fece sobbalzare il vecchio Von Rothschild al punto da farlo svegliare dalla sua consueta dormitina pomeridiana e trafelato si avvicinò al finestone prospiciente il suo amato giardino per controllare cosa stesse accadendo. Si sistemò all’occhio sinistro il monocolo scostandosi leggermente in basso i portentosi baffoni e, tintinnando nervosamente una campanella, alle sue spalle si aprì la porta della camera da letto dove sulla soglia, impalato e imbarazzato, si palesò il maggiordomo Friedrich Rainer, ormai al suo servizio da una vita. “Ebbene! - chiese il Barone, - "Non vede che questo branco di pazzi mi sta distruggendo le aiuole, cosa diavolo succede?” Visibilemnte teso, il maggiordomo precisò che si trattava di un gioco, di uno sport. “Un gioco! per la testa degli Asburgo, un gioco che li licenzierà tutti dico io, guardi come hanno ridotto il giardino, e c’è anche il mio autista, Rudolph, a smanacciare quella palla, roba da matti”. Uno scenografico colpetto di tosse e il maggiordomo riprese la parola..- “Eppure, signor Rothschild, sembra che in Europa questo sport stia avendo molto successo..” -“Si, ho letto qualcosa..”. Chiarita la situazione e riportato l’ordine alla Villa, il Barone deciderà di salvaguardare i propri fiori concedendo ai ragazzi un terreno dove divertirsi nel dopolavoro, e sarà lì che prenderà rapidamente forma l’embrione del First Vienna Football Club. Qualche sera dopo il gruppo dei calciatori si fece più nutrito e al termine della solita partitella decideranno di fare le cose sul serio. Il 22 agosto si riuniscono in una legnosa birreria del centro cittadino, la “Zur Schone Aussicht” e fra boccali, fumo di sigaro, marsine e bombette, stendono l'atto fondativo della squadra. Le divise saranno quelle gialloblu usate dai fantini della scuderia ippica del Barone, poi mani premurose di sarta le adegueranno al nuovo uso, e, infine, per lo stemma si opterà per il “Triskelion”, un astruso essere con tre gambe legato alla mitologia greca, nonché simbolo dell’Isola di Man, guarda caso giusto dal luogo di provenienza dei due giardinieri inglesi. Era nata la prima squadra di calcio della capitale, logicamente, il First Vienna FC. Si, ma adesso serviva un avversario. Lo troveranno poco più tardi nel Wiener Cricket & FC, e quelle con i cricketers saranno da subito partite molto tese e sentite almeno fino al dissolvimento di questi ultimi nel 1936. Al contrario negli anni trenta i “döblinger” del First Vienna saranno una delle migliori squadre non solo austriache ma dell’intero panorama continentale, e si imporranno oltre che nei campionati pre Anschluss anche nella celeberrima e importantissima Mitropa Cup. Nel 1931 alzeranno il trofeo battendo i rivali cittadini del Wiener AC senza perdere nemmeno una partita con una formazione da tremendo scioglilingua mitteleuropeo, ciò nonostante leggendaria: Horesciolsly, Reiner, Kaler, Blum, Hoffmann, Schmans, Brossenbauer, Aldebrecht, Gschweidl, Togel e Marat. 
 
 

 
Lo stadio Hohe Warte nella zona di Heiligenstadt, XIX distretto, era arrivato a contenere fino a 80000 spettatori quando il Wunderteam austriaco nel 1923 affrontò la nazionale italiana. Poi nel dopoguerra ebbe iniziò un doloroso declino, anche se nel 1955 il First fu capace di vincere per la sesta volta il titolo nazionale, precedendo per differenza reti il Wiener SC. Negli anni ottanta arriveranno un paio di piazzamenti Uefa e nel decennio seguente una finale di Coppa d’Austria persa contro lo Sturm Graz per 2-1 al Prater. Va detto che per un breve periodo di tempo, nel 1980, in quella che ormai era diventata una squadra senza troppe ambizioni, giocherà Hans Krankl, bomber assoluto di Rapid e Barcellona, protagonista al campionato del mondo argentino del 1978 quando dopo un'assenza di 20 anni, e tutto sommato un buon percorso, l'Austria già eliminata giocò l'ultima gara contro la Germania Ovest. La partita, decisiva per gli avversari, prese una svolta inattesa: Krankl, dopo aver segnato il provvisorio 2-1, realizzò la sua rete più famosa, quella che fissò il risultato sul 3-2 e che sancì la prima vittoria dell'Austria sulla Germania in 47 anni. Segnata all'88' minuto va ancora in onda regolarmente sulla TV austriaca, e il commento audio (Tor Tor Tor Tor Tor Tor, I werd' narrisch - "Gol gol gol gol gol gol, sto diventando pazzo") è diventato una sorta di riconosciuto jingle dagli appassionati di calcio austriaci. Di fatto i tedeschi furono eliminati con quella sconfitta e a beneficiarne furono gli Azzurri che giunsero secondi nel girone. Attualmente i gialloblu del First Vienna militano nell’anonimato della Regionalliga, ma attenzione, restano club assolutamente seguito con sincera devozione da un intero quartiere. 
 


 

 

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