giovedì 30 settembre 2021

L' ISOLA CHE NON GUERNSEY



Il fatto che il capitano di marina William Colbin si districasse così egregiamente in quel perfido e brumoso corridoio di mare, faceva una certa impressione all’uomo seduto a bordo del battello a vapore, appartenente alla compagnia "Durande", partito da Saint-Malo alle sette in punto di quella mattina sotto un cielo nascosto dalla foschia. Dissolto l’ultimo velo di nebbia e superata l’ultima cresta d’onda, le scogliere dell’isola, a cui l’unico passeggero era destinato, incominciarono a mostrarsi insieme al minuscolo porto di Saint Peter con le sue casette di legno colorato addossate, in un appiglio quasi morboso, alla vecchia torre normanna che fungeva da faro, dove, illuminata dalla luce giallastra, intermittente e gassosa della lanterna, garriva lacerata dai venti una bandiera britannica.
In breve l’imbarcazione attraccò al molo brulicante di pescatori intenti a rigettare in traballanti barchette le loro reti appena svuotate. Solo un signore, alto e ben vestito, sembrava attendere nervosamente l’arrivo del traghetto. Il 31 ottobre del 1855 un uomo dall'aria modesta e un po' trascurata con un faccione bonario ornato da una folta barba brizzolata sbarcava sull'isola di Guernsey per sfuggire alle patrie galere a causa della sua ferma e dura presa di posizione nei confronti della repressione voluta da Napoleone III. Incominciava l’esilio di Victor Hugo a Guernsey, un esilio lunghissimo, durato ben quindici anni. Guernsey è un’isola strana: gli abitanti sono inglesi senza volerlo e francesi senza saperlo. E tuttavia, se casomai qualcuno di loro lo intuisse ci terrebbe a dimenticarlo in fretta. Politicamente il territorio è un protettorato della Corona inglese, seppure si trovi molto più vicino alla costa francese. Insieme alle consorelle del comprensorio gode di un ampia autonomia giudiziaria e amministrativa. Ha perfino un parlamento, un bilinguismo storicamente accettato e un proprio conio che imprime sulla moneta il profilo austero di Elisabetta ma vi scrive accanto: State of Guernsey. Gli isolani inoltre, da antico decreto legislativo, non possono essere chiamati a prestare sevizio militare a meno che la suddetta Regina in persona non venga catturata oppure l’Inghilterra invasa. Che dire? Al di là di qualcuno che possa progettare il sequestro di Sua Maestà, dopo la sfuriata vincente di Guglielmo, gli altri tentativi più o meno accertati da parte di Bonaparte e Hitler sono ampiamente naufragati e allora, adesso, diciamo che sull'isola dormono sonni abbastanza tranquilli. Luogo bizzarro questo, che si dibatte da secoli fra "Yes" e "Oui" mentre i suoi scogli si allargano e si restringono ogni sei ore per l’influsso delle alte e basse maree. Insomma Guernsey è un pezzettino di Francia perduto in mezzo alla Manica raccolto dall’Inghilterra attraverso trattati e donazioni. Un isolotto dal clima talmente infausto che ogni tanto sul campo da calcio di Footes Lane sono costretti a far volteggiare un elicottero per agevolare l'asciugatura del terreno ridotto ad acquitrino dalle piogge. Successe per esempio il 23 marzo del 2013 quando il Guernsey Football Club ospitò nella gara d'andata della semifinale del sentitissimo torneo per squadre amatoriali riservato agli ultimi 3 gradini della Piramide detto "Vase", lo Spennymoor Town, sceso dalla lontana contea mineraria di Durham. Non andò particolarmente bene, i "moors" si imposero per 3-1 e solo ad onor di bandiera contò la rete del provvisorio pareggio siglata da Dominic Heaume che aveva fatto esultare i 4290 accorsi intorno al rettangolo del "Lane" nella speranza di un memorabile viaggio a Wembley. A nulla valsero le utopie rivolte alla partita di ritorno, lassù a 500 miglia da casa, arrivò un'altra sconfitta, seppure di misura per il Guernsey capitanato da Sam Cochrane. Il Guernsey FC è società di recentissima fondazione, nonostante si abbiano notizie ufficiali di un pallone che rotola sull’isola già dal 1893. Nel 2010 la conquista della UEFA Regions Cup da parte della rappresentativa locale stimolò la creazione di una squadra che partecipasse ai campionati inglesi e un anno più tardi, grazie alla collaborazione dei fratelli Matthew e Mark Le Tissier (l’ex idolo del “Dell” di Southampton è nato sull’isola nell’ottobre del 1968), ecco sbucare i "Green Lions":  nel giro di qualche stagione scaleranno un paio di gradini e sotto la guida tecnica di Tony Vance sono finiti a giocare nella Isthmian League Division One South. Matthew Le Tissier è stato presidente fino al 2014, poi ha passato il testimone a Mark. Nelle ultime stagioni la squadra si è salvata con qualche patema d’animo di troppo, in ogni caso il 27 maggio 2016 in occasione della finale di FA Cup un dirigente del Guernsey è stato invitato a sfilare nel pre-partita a Londra perché per la prima volta nell'ultracentenaria storia della competizione una delle partite si è svolta su un’isola (certo pure il Regno Unito è a sua volta un’isola, tuttavia non formalizziamoci troppo, ci siamo capiti...) anziché sulla terraferma. Successe nel mese di agosto in occasione di uno dei tanti match preliminari del torneo quando i verdi giocarono contro il Thamesmead Town. A rappresentare il Guernsey a Wembley ci fu proprio Sam Cochrane che è stato non solo, come detto, il capitano dell’avventura nel Vase di qualche annetto fa, ma anche colui che ha posto la sua firma sul primo contratto ufficiale stampato dal club. 
 

 

 

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