giovedì 13 novembre 2025

HENDON FOOTBALL CLUB

 


Erba alta, corvi, gradoni sbreccati, assi cigolanti. Superando le barriere divelte, sotto l’ormai precaria copertura della tribuna sul lato opposto della strada principale, si vedevano solo rifiuti. Fino alla bonifica del 2010 questo luogo era diventato riparo di fortuna, bivacco improvvisato. Strano a dirsi perché è una zona di Londra piuttosto benestante. Eppure, se vogliamo raccontare il pezzo più importante della storia dell’Hendon Football Club, dobbiamo per forza vedere in quella che fu la fatiscenza e l’abbandono di Clermont Road il bicchiere mezzo pieno. In fondo nutro attrazione per le rovine che il tempo dell’oblio inesorabilmente affligge, per la vegetazione incolta, per i muschi, le crepe. Dopo una certa età ti assomigliano. Londra sobborgo di Cricklewood, Borough of Barnet. Qui c’era la casa dell’Hendon FC che semplicemente prendeva il nome da una sua strada, Clermont Road, lunga, con tante casette dai comignoli svettanti a due passi dalla ferrovia. Hendon, si traduceva in senso di comunità. Nel libro quinto dell’Eneide di Virgilio, quando Enea indice dei giochi in onore del padre Anchise, abbiamo la suggestiva corsa delle navi. Ce n'è una che procede più decisa delle altre. Più spedita, più convinta. I suoi energici rematori battono tutti gli altri: "Possunt, quia posse videntur". Possono, perché pensano di farcela. Digressione non casuale, questo è il motto che si legge sotto l’emblema dell’Hendon, sotto l’agnello issante bandiera. E non poteva essere altrimenti visto che nel 1908 l’Hendon mosse i suoi primi passi, con il mistico nome di Christchurch Hampstead. Verdi ma non subito, Hendon ma in seguito. Occorre fare attenzione, se si soffia via un po’ di polvere, si fa una scoperta: l’esistenza di un suo omonimo ottocentesco fondato nel 1876, che però non ha niente a che vedere con quello del 1908. Clermont Road vide la luce il 18 settembre 1926 in un pareggio di FA Cup contro il Berkhamsted proprio nel giorno in cui verrà tolto il suffisso Hempstead. Dal secondo dopoguerra si raggiunse il connubio cromatico definitivo. Verde, il colore simbolo della rigenerazione. Sarà con questa tinta, listata di bianco, che l’Hendon FC conquisterà i maggiori successi, la squadra più vincente nel panorama della Non League di ogni epoca. Cinque volte a Wembley per la finale della FA Amateur Cup. La prima volta nel 1955 sconfitto 2-0 dal Bishop Auckland di fronte a 100000 spettatori, infine nel 1972 contro l’Enfield. In mezzo, altre vittorie su tutte quella del 1965, dove l'Hendon del capitano Bobby Cantwell fu descritto da un commentatore televisivo del Tyne Tees come "i ragazzi più brillanti del calcio del sud". In effetti la squadra stava vivendo la stagione di maggior successo nella sua storia e vantava cinque giocatori internazionali. John Swannell, Roy Sleap e David Hyde avevano tutti rappresentato l'Inghilterra amatoriale, John Evans aveva giocato per il Galles e Jimmy Quail per l'Irlanda del Nord.  E poi ci sarebbe una foto in bianco e nero, con una targhetta su cui è incisa una data precisa: 5 gennaio 1974. Era stata scattata al St. James’ Park di Newcastle, durante la partita valida per il terzo turno di FA Cup di quella stagione. Si vede in primo piano un giocatore in piena area di rigore nell’atto immediatamente successivo al tiro in porta. Ha il naso a punta come un moschettiere da operetta e il ciuffo pendente a destra. Su di lui tenta un’uscita Ian McFaul, il portiere delle Magpies, mentre un difensore in maglia bianconera rinviene inutilmente solo per constatare l’inesorabile marcatura. La storia dell’Hendon in Coppa d’Inghilterra forse è tutta in quel technicolor anni Settanta, che una ventina di anni fa faceva ancora bella mostra di sé, appeso nella sala riunioni del club house di Clermont Road. Uno scatto fortunato, "l’attimo fuggente" in cui Rodney Haider, per tutti Rod, siglerà uno storico pareggio esterno in casa del Newcastle di Malcom MacDonald davanti a una folla di oltre trentamila persone. Tuttavia, non ci fu un altro “Hereford” per il Newcastle. Il 9 di gennaio si giocò la ripetizione in una giornata grigissima di freddo pungente, su un terreno reso pesante dalla pioggia dei giorni precedenti e davanti alle telecamere della BBC, che forse pregustava un'altra sorpresa da mostrare agli sportivi inglesi. Solo che Peter Deadman lascerà troppo spazio a MacDonald che colpirà subito con un gran tiro da fuori area sul quale John Swannell in sgargiante divisa rossa non riuscì a opporsi. Nel secondo tempo Terry Hibbitt s’inventò un goal da cineteca, e poi Mc Dermott realizzò magistralmente un calcio di rigore causato da un fallo di mano del terzino Gary Hand. Infine, in chiusura arriverà il centro di John Tudor. Poker servito e il piccolo/grande Hendon lentamente sparirà dalle cronache.


NDC. Nel 1972 l'Hendon vincerà la Coppa "Ottorino Barassi", il trofeo di lega italo inglese per squadre dilettanti, in finale sconfissero l'Unione Valdinievole, squadra di Monsummano Terme in provincia di Pistoia: 2-0 a Londra, 1-1 in Italia.







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