“Cosa vedi Ares?”
“Vedo la terra che gli uomini d’ Ellade ancora non conoscono, Hermes”.
“Eppure il saggio Ipparco, chino sulle sue carte, ha capito prima di tutti la sua esistenza, apprendendo i racconti dei naviganti, studiando le stelle e i flussi delle correnti, Ipparco ha capito che al di là delle Colonne esiste un continente.”
“Così è, e vedo un uomo che porterà il mio elmo e il mio scudo”
“Donerai le tue armi a un mortale?”
“No, Hermes, quando sarà il momento, quando l’Olimpo cederà il suo potere e tutto rotolerà giù come una gigantesca frana di pietre, tu dovrai portare l’ultimo messaggio.”
“A chi potente Ares?”
“Agli uomini che si fregeranno di scolpirmi nel loro cuore”
“Sei imperscrutabile Ares ma ti sono amico, lo sono stato anche quando tutti gli altri ridevano di te, quando i sensi ti fusero con Afrodite ed Efesto, quello storpio geloso, vi colse in trappola.”
“Lo so Hermes, ascolta, c’è un uomo che mi renderà onore indossando la mia effige, ecco, ora lo vedi anche tu?”
“Si, Ares, sarai esaudito.”
Un pastore d’Arcadia, moro, energico, istintivo, un marcatore e un costruttore di gioco. Nikos è una guardia completa, per lui infilare la palla nella retina appare un piacere naturale, un azione ordinaria, omologata, slegata dai doveri del tecnicismo, dagli obblighi del gioco, e lo dimostra collezionando cifre da capogiro insieme al suo fido compagno Panagiotis Yannakis. In Europa raggiunge quattro Final Four, tre con l’Aris ed una con il Panathinaikos (dove arriva quasi a fine corsa e con gli occhi ancora gonfi di lacrime dopo i tredici anni passati a Salonicco) ma nessun successo. Eppure Galis troverà la gloria con la Nazionale e chiude con quasi 40 punti di media l’europeo del 1987 quello in cui la Grecia è inserita in un girone terribile che la mette a confronto con Urss, Jugoslavia e Spagna, le tre principali pretendenti al trofeo più l’emergente Francia di Ostrowski e Dacoury, oltre alla cenerentola Romania che tiene a battesimo i greci nella sfida di apertura del 3 giugno: Galis è immarcabile, segna 44 punti mettendo la sua firma sul 109-77 che serve ad avvampare il palazzo del Pireo. Hellas! Hellas!
Anche Drazen Petrovic e la sua Jugoslavia soccombono 84-78 seppelliti ancora incredibilmente da 44 punti di Galis. Solo la Spagna e la fortissima Unione Sovietica tarpano le ali alle Grecia prima della sfida decisiva con la Francia. Ad Atene il caldo è opprimente e il pubblico assordante: la Francia tiene un tempo poi si arrende 82-69 e Nikos Galis dice 34. L’Italia di coach Valerio Bianchini sarà l’avversaria al turno successivo. La Grecia passa, Galis ne mette 38, Yannakis 22, il goffo Kambouris 14, gli azzurri nonostante le buone prestazioni di Riva, Magnifico e Tonut, si inchinano 90-78. In semifinale si ritrovano le quattro squadre del gruppo A. La Jugoslavia vuole vendicare la sconfitta della fase a giorni e guadagnarsi la finale contro i sovietici ma la difesa impostata da Kostas Politis gli nega ancora la gioia della vittoria. Su tutti un monumentale Christodoulou che spalleggia Galis e la Grecia vince 81-77 nel tripudio di bandiere a strisce bianco-azzurre con la croce greco-ortodossa.
Il 14 giugno 1987 ci sono sedicimila imballati nel Palazzo del Pireo e fuori un paese intero, dalla Tracia alla Tessaglia, al Peloponneso, alle isole dell’Egeo, davanti al televisore per l’atto conclusivo. Sarà il giorno in cui Galis, 40 punti, si siede finalmente al fianco di Ares. Di lì a pochi anni sarebbe cambiato il mondo e pure il basket ma intanto la nazionale ellenica cambia la sua storia. La sfida è nervosa, punto a punto, Valters e Marciulionis sono campioni veri ciò nonostante l’Urss non prende mai il largo, la Grecia ribatte e rimane incollata trascinando la gara al supplementare dove a quattro secondi dal termine Kambouris realizza i due liberi del 103 a 101. La Grecia, alle falde dell’Olimpo, è campione d’Europa. Oggi la maglia giallonera numero 6 di Nikos Galis è appesa al soffitto dell’Arena di Salonicco, monito e tesi di greco per chiunque voglia sfidare i figli del prescelto di Ares.
Ευχαριστώ!
Nessun commento:
Posta un commento