giovedì 1 ottobre 2020

THE ELTON BAND



 

19 Maggio 1984. Elton John, nel pieno di un tour in Germania, si concede una pausa obbligatoria. Quanto basta per prendere un aereo e tornare a Londra. A Wembley il suo Watford sarebbe stato protagonista della finale di FA Cup dopo 103 anni di storia. La parabola era cominciata sette stagioni addietro quando il "Rocket Man” di Pinner, nord-ovest londinese, decise che era giunta l'ora di provare a risollevare le sorti del club per il quale fa il tifo. La pietra angolare del progetto si chiama Graham Taylor. Elton lo chiama e lo porta a Watford, nella feroce quarta divisione inglese, sotto la pioggia obliqua e quasi disincantata del periferico Vicarage Road.

Sarà una scalata senza precedenti tanto che nel 1983 gli “hornets” sono già ai nastri di partenza della massima serie e sarà solo lo strapotere del Liverpool a dire no a quelli in giallo. La stagione seguente l'impegno in coppa UEFA lima le energie iniziali ma alla fine è la F.A. Cup a tenere banco, a far brillare gli occhi. Nell' ordine cadranno i vicini del Luton Town, il Charlton, il Brighton e il Birmingham City. Il 14 aprile al Villa Park per la semifinale c'è il sorprendente Plymouth a contendere l'accesso ai fasti di Wembley. John Barnes pennella un cross per la testa del biondo George Reilly che davanti alla gremitissima Holte End segna il goal più importante della sua carriera: Watford 1 Plymouth 0.

I cartelli affissi davanti alla sede del club, riportano: “FA cup final terrace tickets £ 5 -Queue”. Tutti in fila ordinatamente, sorrisi di gente entusiasta in attesa di mostrare l'agognato biglietto dove spicca in nero l'inconfondibile sagoma della coppa più bella. Da Watford a Wembley la distanza è breve, solo poche miglia più a sud, non si cambia nemmeno linea, una decina di stazioni della Metropolitan (quella colorata in viola) e si scende.

Dentro un pomeriggio di sole il capitano Les Taylor presenta i suoi compagni alle autorità; allineato a pochi passi da loro l’undici di Howard Kendall, l' Everton più forte di sempre. Per pura nota di cronaca sarà la prima finale disputata con sponsor sul petto: “Iveco” per l'Watford su una “Umbro” da favola, “Hafnia” per l' Everton su una vivace “Le coq sportif”.

La squadra di Taylor si fa pericolosa ma viene condannata da due episodi: al 38' Greame Sharp intercetta un tiro di Stevens, maldestramente sfiorato da Barnes, che accarezza il palo terminando in rete. Poi nella ripresa Andy Gray approfitta di un uscita (diciamo non perentoria) di Sherwood per sospingere in porta un infinito cross di Steven. Stasera il dinamico Watford di Javi Garcia ci riprova e il portiere brasiliano Heurelho Gomes, 38 primavere sulle spalle, in cuffia prima di entrare nel boato dei novantamila magari alzerà un po’ il volume di “I'm still standing”.

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