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Maggio 1984. Elton John, nel pieno di un tour in Germania, si concede
una pausa obbligatoria. Quanto basta per prendere un aereo e tornare a
Londra. A Wembley il suo Watford sarebbe stato protagonista della finale
di FA Cup dopo 103 anni di storia. La parabola era cominciata sette
stagioni addietro quando il "Rocket Man” di Pinner, nord-ovest
londinese, decise che era giunta l'ora di provare a risollevare le sorti
del club per il quale fa il tifo. La pietra angolare del progetto si
chiama Graham Taylor. Elton lo chiama e lo porta a Watford, nella feroce
quarta divisione inglese, sotto la pioggia obliqua e quasi disincantata
del periferico Vicarage Road.
Sarà una scalata senza precedenti
tanto che nel 1983 gli “hornets” sono già ai nastri di partenza della
massima serie e sarà solo lo strapotere del Liverpool a dire no a quelli
in giallo. La stagione seguente l'impegno in coppa UEFA lima le energie
iniziali ma alla fine è la F.A. Cup a tenere banco, a far brillare gli
occhi. Nell' ordine cadranno i vicini del Luton Town, il Charlton, il
Brighton e il Birmingham City. Il 14 aprile al Villa Park per la
semifinale c'è il sorprendente Plymouth a contendere l'accesso ai fasti
di Wembley. John Barnes pennella un cross per la testa del biondo George
Reilly che davanti alla gremitissima Holte End segna il goal più
importante della sua carriera: Watford 1 Plymouth 0.
I cartelli
affissi davanti alla sede del club, riportano: “FA cup final terrace
tickets £ 5 -Queue”. Tutti in fila ordinatamente, sorrisi di gente
entusiasta in attesa di mostrare l'agognato biglietto dove spicca in
nero l'inconfondibile sagoma della coppa più bella. Da Watford a Wembley
la distanza è breve, solo poche miglia più a sud, non si cambia nemmeno
linea, una decina di stazioni della Metropolitan (quella colorata in
viola) e si scende.
Dentro un pomeriggio di sole il capitano Les
Taylor presenta i suoi compagni alle autorità; allineato a pochi passi
da loro l’undici di Howard Kendall, l' Everton più forte di sempre. Per
pura nota di cronaca sarà la prima finale disputata con sponsor sul
petto: “Iveco” per l'Watford su una “Umbro” da favola, “Hafnia” per l'
Everton su una vivace “Le coq sportif”.
La squadra di Taylor si
fa pericolosa ma viene condannata da due episodi: al 38' Greame Sharp
intercetta un tiro di Stevens, maldestramente sfiorato da Barnes, che
accarezza il palo terminando in rete. Poi nella ripresa Andy Gray
approfitta di un uscita (diciamo non perentoria) di Sherwood per
sospingere in porta un infinito cross di Steven. Stasera il dinamico
Watford di Javi Garcia ci riprova e il portiere brasiliano Heurelho
Gomes, 38 primavere sulle spalle, in cuffia prima di entrare nel boato
dei novantamila magari alzerà un po’ il volume di “I'm still standing”.
giovedì 1 ottobre 2020
THE ELTON BAND
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