Occorre solo appoggiare un
pallone sulle acque di un ruscello e lasciarlo trasportare dalla corrente. Poco
importa dove andrà a finire. È come il destino, possiamo impegnarci quanto
vogliamo a progettare la nostra vita ma alla fine la vita ti porta dove vuole
lei. Le Shetland sono anfratti dal fascino aspro e quasi inaccessibile,
meravigliosamente sperdute laddove l'Oceano Atlantico incontra il Mare del Nord
fra limpidi fiordi saldati a brughiere sterminate ricoperte d’erica, fino alle maestose
scogliere scolpite dall’erosione millenaria di vento, acqua e sabbia. È
probabile che nei nostri desideri ci sia un posto in cui vorremmo un giorno
rifugiarci ad attendere in serenità l’ultimo tramonto. Nei miei c’è l’immagine
di un pinzuto faro battuto dalle raffiche, una casetta con una vetrata dagli
infissi bianchi rigata di pioggia e un volo lontano di gabbiani. Ora, sia lodato
Sant'Andrea, diciamo subito che le Shetland hanno un loro campionato e una loro
squadra "nazionale" che ogni anno affronta le altre isole del Regno
nei cosiddetti Island Games. Tuttavia, nella capitale Lerwick, alloggiata sul
dorso dell’isola di Mainland, dove si aspettano cartocci fumanti di pesce e il
ventre è tassellato da edifici in pietra dai tetti grigi e da file di barche
ormeggiate o lasciate ordinatamente in secca, un giorno ebbero un’idea. D’altra parte,
ogni tanto qualcosa devi pur inventarti se non vuoi trascorrere le ore a
guardare il solito elmo vichingo appeso alla parete o una numerosa famiglia di Puffin in
paziente attesa del giusto flusso d'aria. E allora, onde evitare che solo la
città più importante (oh, sia chiaro, importante è un eufemismo, all’ultimo censimento
l'ufficio anagrafe ha scritto 6830) potesse divertirsi con il calcio nel
ridente, verdissimo, prato del Gilbertson Park, hanno creato la Parish Cup. In
pratica sarebbe la Coppa delle Parrocchie, 28 per la precisione. La geografia etnico/politica ci dice che le Shetland sono un arcipelago composto da un mosaico di isole disposte intorno alle
tre principali, scozzesi ma non troppo, norvegesi quel tanto che basta,
soprattutto non sono mai uguali a sé stesse a causa dell’azione costante dei flutti e
delle bufere. La Parish Cup fu presentata dalla Shetland FA per la prima volta
nel 1952 ed è disputata da empirici club fondati fuori dalla città di Lerwick. Troverete
nomi come Whiteness, Weisdale, Burra, Yell, Cunningsburgh, Southend e via
discorrendo. La competizione pare fu istituita per promuovere il calcio e lo
spirito di comunità nelle zone rurali delle Shetland. Ad ogni modo il torneo si
gioca nell’arco di una settimana a seconda di quante “parrocchie” si iscrivono
e tutte le partite vengono disputate fra i muretti del Gilbertson, l’unico
campo regolamentare con un bel chiosco di scotch pie, ossia una piccola torta
di carne di montone macinata. Quindi traghetto, partita, una pinta, anzi probabilmente qualcuna in più, e subito si torna a casa quando vieni eliminato. L’ultimo successo è
andato all’isola di Southend grazie alla doppietta del capitano Leighton Flaws
che lavora in un lanificio e dice timidamente di tifare Aberdeen. E poi c’è lei, ogni anno
dal 1908: La Milne Cup. Ininterrottamente, appassionatamente, parentesi di
guerra escluse. Una volta a Lerwick, una volta a Kirkwall, si mette in palio
questo trofeo conteso da ormai 113 anni dalle due isole più importanti spuntate
un pugno di miglia nautiche al largo della Scozia: Shetland e Orkney, luoghi
magici dove, come detto ampiamente in precedenza, al Signore obiettivamente è scappata la mano e la natura arriva fin
sulla porta di casa. Un derby, una trasferta in nave a testa, con un occhio vigile sui
voraci gabbiani che tenteranno impunemente di soffiare qualche pezzetto di fish and
chips. L’idea fu di un certo Alex Milne,
imprenditore baffuto nonché presidente dell’Aberdeen (non a caso la coppa porta
il suo nome) che favorì l’evoluzione del football nelle isole insieme ai locali
Harry Johnston e Jackie Dearness. A ben vedere si contano partite addirittura
dal 6 ottobre del 1875 quando sulle pagine dell’Orkney Herald apparve un
trafiletto in cui si comunicava luogo e orario del primo confronto fra le due
compagini che inizialmente portavano il nome delle città più importanti.
Tuttavia, come detto, è solo dal 1908 che possiamo considerare l’albo d’oro su
cui spiccano 56 successi delle Shetland contro i 36 delle Orkney a cui vanno
aggiunti 6 pareggi. Capocannonieri storici: Jim Donaldson per le isole Shetland
e Bert Sinclair per le isole Orkney. Oggi le due formazioni sono iscritte alla
North Caledonian League ma la Milne Cup prosegue, imperterrita, tra campi senza
tribune, reti spazzate dal vento, volti rubizzi, birre artigianali, musica di
violini e pescherecci dondolanti che sembrano dormire ancorati ai rispettivi
moli.






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